10 Marzo 2023

CARENZA STRUTTURALE DI PERSONALE INFERMIERISTICO: LE OPPORTUNITÀ OFFERTE DA PAESI EXTRA UE

Il nostro paese subisce ormai da circa un decennio una carenza strutturale di personale infermieristico causata dal gap che si è venuto a creare tra i nuovi giovani laureati che fanno il loro ingresso nel mondo del lavoro e il personale che matura il diritto alla pensione. Ovviamente il numero chiuso imposto per l’accesso alla Laurea in Infermeria ha ampliato tale problema strutturale.
L’avvento della pandemia che ci ha colpiti, ha reso necessario l’assorbimento della totalità degli infermieri delle strutture socio
sanitarie private distribuite sull’intero territorio nazionale lasciandole quasi totalmente sguarnite.
Una volta terminata l’emergenza sanitaria, gli infermieri utilizzati per far fronte all’emergenza sanitaria mondiale si sono ritrovati liberi di potersi ricollocare ed hanno scelto di farlo ritornando verso il settore privato.

Infatti nonostante numerosi concorsi per il reclutamento di personale infermieristico siano stati indetti, la gran parte di questi sono andati deserti.
Questo è avvenuto a causa delle croniche difficoltà organizzative del Servizio Sanitario Nazionale.

Per far fronte ai nuovi standard del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), oggi mancano all’incirca 70mila infermieri di cui circa il 45% al Nord, il 20% al Centro e il 35% al Sud. Inoltre secondo l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE), il rapporto infermieri-abitanti in Italia è uno dei più bassi d’Europa (5,5-5,6 infermieri ogni mille abitanti).

Per sopperire a una tale carenza di personale sarebbe necessario che le università rinunciassero al numero chiuso nella facoltà di scienze infermieristiche per permettere a molte più risorse di essere stimolate a intraprendere il proprio percorso lavorativo nel mondo sanitario. Ma fino a quando non saranno percepibili gli effetti di tale intervento, l’Italia dovrà correre ai ripari con una soluzione alternativa; ovvero assumere personale da paesi esteri soprattutto extra UE, concentrandosi soprattutto sui luoghi che offrono una formazione analoga a quella italiana e dove l’equipollenza dei titoli conseguiti consenta di poter avviare le pratiche per l’ingresso nel paese e il conseguente avvio al lavoro.

A tal proposito vale la pena di ricordare che la figura professionale dell’infermiere in Italia viene considerata “fuori quota” e pertanto esente dal contingentamento previsto per le altre categorie professionali previsto dai Decreti Flussi.

Oggi i paesi ai quali prestare attenzione per tale attività di reclutamento sono prevalentemente Tunisia, India, Albania e Perù.

di Augusto De Padova

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