10 Aprile 2013

Il turismo sociale è in crescita


Intervista al Patron della Borsa Mediterranea del Turismo.

Dottor De Negri, la recente Borsa Mediterranea del Turismo a Napoli ha rappresentato un importante momento di verifica dello stato di salute del settore. Come sta attraversando questo comparto la crisi economica?
Come tutti i settori la sta vivendo male; l’accorgimento che noi tour proponiamo è quello di accorciare un po’ la vacanza, dare sempre dei servizi all’altezza con dei pacchetti più accessibili da un punto di vista economico perché il problema vero è proprio la mancanza di voglia di spendere, c’è anche un fatto psicologico dovuto alla tracciabilità dovuto al fatto che alla gente non viene spiegato bene il motivo di questa novità e così la gente ha quasi un timore.Stiamo preparando dei pacchetti eliminando qualche complemento che prima era richiesto e si sta invogliando il cliente anche con delle offerte più accessibili; credo che piano piano ci sia un minimo di ripresa nel settore perché oggi il viaggiare è un po’ una seconda esigenza dopo il cibo.

È vero che il turismo sociale rappresenta una realtà crescente nel settore?
Assolutamente si. BMT è Borsa nel senso che aggancia tutti i settori e nei tre giorni della manifestazione abbiamo avuto quattro work shop dove cioè l’offerta e la domanda che si incrociano. Ed in uno di questi work shop che chiamiamo proprio turismo sociale il vero turismo sociale quindi CRAL, turismo religioso si incontra con l’offerta delle varie destinazioni; è in grossa crescita proprio perché il turismo sociale riesce ad ottenere dei prezzi più bassi anche se in stagione diversa però si è tornati un po’ come prima, al turismo del CRAL, al turismo religioso, al turismo purché costi poco, siamo tornati a 20, 30 anni fa quando c’era una crisi come questa. Noi quest’anno abbiamo avuto 100 CRAL che si sono incontrati con 300 operatori dell’offerta ed è un work shop che crescerà ancora.

Il turismo sociale può rappresentare un volano di crescita per il settore e per alcuni territori come il sud, ricchi di storia, ma poveri di prospettive occupazionali per i giovani?
Sicuramente. Il turismo sociale è un qualcosa che abbraccia un po’ tutte le categorie, dal pensionato alla famiglia che rinuncia alla vacanza di Agosto per andare a Giugno o Maggio e questo fa in modo che gli alberghi rimangano aperti e quindi maggiore occupazione; purtroppo non ci sono incentivi per fare questo discorso, anzi, i comuni prima avevano dei fondi per attingere a questo turismo sociale, oggi non esiste più questa forma di incoraggiamento però (il turismo sociale ndr) funziona lo stesso perché avere un albergo aperto porta lavoro specialmente per i giovani, per le scuole alberghiere . Devo dire la verità oggi anche le compagnie aeree collaborano per facilitare il turismo religioso, che io reputo turismo sociale.
Viaggiare istruisce i giovani e solo il turismo può salvare la nostra economia. Noi abbiamo l’Enit che non funziona, dobbiamo fare da soli, non abbiamo un ministero per il turismo come in Francia che tiene un ritmo frenetico per la promozione, noi abbiamo solo vetrina e una grossa confusione; c’è molta delega alle regioni che sono isolate una dall’atra, non hanno una programmazione e questo blocca tutto il sistema. Adesso hanno cambiato il presidente dell’Enit , abbiamo una legge sul turismo che non ha funzionato, siamo in attesa di novità perché senza un supporto di promozione ci arrampichiamo sui vetri. Ma io sono un ottimista di natura, sicuramente ne usciremo fuori.