10 Marzo 2015

La posta in gioco sul dossier nucleare iraniano

Il termine ultimo per definire i contenuti dell’accordo sul nucleare iraniano, è fissato per la fine di Marzo. Il gruppo dei 5+1, hatempo fino al 24 marzo per raggiungere un’intesa sul dossier. Nel frattempo, il presidente Obama fa sapere che se questa volta non si raggiungerà un accordo, gli Usa abbandoneranno il tavolo delle trattative. Proviamo quindi a capire, qual’ è la posta in gioco per ogni singolo attore, coinvolto o no nella trattativa.
L’Occidente
Il “blocco” occidentale, capitanato dagli Usa, chiede ispezioni rigorose, limiti nel numero di centrifughe, grazie alle quali l’Iran può dotarsi di uranio sufficiente per la produzione di una bomba atomica, ed infine la neutralizzazione delle riserve di uranio arricchito.
“Noi vogliamo impedire che l’Iran arrivi alla produzione di armi nucleari. Su questo, gli Usa e Israele sono d’accordo”. John Kerry, Segretario di Stato americano.
L’Iran
Secondo Tehran, lo sviluppo nucleare, serve esclusivamente a soddisfare i suoi bisogni energetici. L’Ayatollah Ali Khamenei, fa sapere che l’Iran desidera l’immediato blocco delle sanzioni (in particolare il blocco delle esportazioni di petrolio), e l’accesso ai mercati finanziari globali.
“Gli Usa e i paesi occidentali, devono capire una volta per tutte, che le sanzioni e il raggiungimento di un’intesa sul nucleare non vanno d’accordo. Se si arriverà ad un accordo sul nucleare, immediatamente dopo si dovrà arrivare al blocco delle sanzioni” .Mohammad Javad Zarif, Ministro degli Affari Esteri dell’Iran.
I paesi ostili all’accordo
I paesi critici verso l’accordo, Israele in testa, vogliono lo smantellamento delle infrastrutture nucleari iraniane. Non sono favorevoli a qualsiasi tipo di accordo. Non vogliono concedere nemmeno limiti nell’arricchimento di uranio. L’Iran infatti,metterebbe in serio pericolo le altre potenze regionali.
“Andremmo incontro ad un Iran più pericoloso, ad un Medio Oriente con bombe nucleari, e dovremmo iniziare il conto alla rovesci per un potenziale incubo nucleare”. Benjamin Netanyahu, Primo Ministro israeliano.
In attesa dell’accordo finale, lo scenario che si andrebbe a delineare se non si raggiunge un’intesa, sarebbe non privo di pericoli. Sanzioni internazionali persistenti infatti, così come quelle unilaterali imposte dagli Stati Uniti, potrebbero continuare a limitare il programma nucleare iraniano per po’. Non basterebbero di certo, a far cessare il pericolo di un Iran capace di minacciare in futuro l’Occidente. Le sanzioni sono utili solo a prendere tempo, in attesa di prendere una reale ed effettiva decisione.

di Piero De Luca

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