7 Gennaio 2015

Le nuove disposizioni governative per la tutela della biodiversità alimentare

Da pochi giorni a Montecitorio, in collaborazione con il Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali, sono state presentate le nuove “Disposizioni per la tutela e la valorizzazione della biodiversità agraria e alimentare”.
Un testo innovativo, che comporta notevoli passi in avanti, come l’istituzione dell’Anagrafe nazionale della biodiversità agraria e alimentare e della Rete nazionale della biodiversità agraria e alimentare, un patrimonio informativo che non sempre è stato disponibile ed è di fondamentale importanza per lo sviluppo dell’agricoltura Made in Italy.
L’Anagrafe, ha il compito “di censire la ricchezza di questo Paese dal punto di vista delle risorse genetiche vegetali, animali e microbiche”.
“Siamo il Paese europeo che ha la maggiore biodiversità agricola e alimentare, una risorsa caratterizzante per il nostro comparto agroalimentare che sappiamo essere una delle risorse principali sulle quali possiamo contare anche in questi momenti di particolare difficoltà e questo è un elemento importante in tempi di globalizzazione” ha così concluso in Aula il viceministro al Mipaaf Andrea Olivero, anche in riferimento ad Expo e alle eccellenze nazionali.
Sulla biodiversità vegetale e animale è intervenuto anche il parlamentare veterinario Paolo Cova: “l’istituzione di un sistema nazionale di tutela e di valorizzazione della biodiversità “è finalizzato alla tutela delle risorse genetiche locali perché si eviti il rischio di estinzione e di erosione genetica. Questo elenco serve anche a dire l’importanza che ha un determinato spicchio d’Italia rurale, quel carattere particolare al territorio, quella tipicità che permette a quegli agricoltori, a quegli allevatori di avere un reddito e di guadagnare proprio sulla propria specificità. Questo di conseguenza produce anche quella rete di salvaguardia del territorio e di prevenzione del dissesto idrogeologico che tanto affligge la nostra Italia. L’Italia è il Paese dove le produzioni DOP o IGP danno un valore aggiunto agli alimenti, dove il made in Italy è un marchio consolidato e simbolo di qualità, è un marchio di ricerca di sapori particolari e aromi sempre diversi, tipici proprio di quel territori. Queste risorse genetiche permangono sotto il controllo pubblico e questo permette che non divengano brevettabili e, allo stesso tempo, possono essere riproducibili dagli stessi agricoltori. La riproducibilità consente di evitare l’erosione genetica e l’estinzione di un patrimonio genetico perché il fatto di avere pochi capi, avere pochi terreni che vengono coltivati o pochi animali che vengono allevati di una certa razza e di una certa base genetica alla fine continua a contrarre l’attività e sappiamo come il ridurre e ancora ridurre fa sparire questo patrimonio. Le varietà brevettate hanno portato nel tempo ad un impoverimento genetico, infatti, sono state selezionate solo alcune varietà a discapito di altre. In questo dobbiamo far presente anche l’aspetto del tema degli OGM proprio perché la brevettabilità di alcune varietà genetiche, delle varietà vegetali e delle varietà animali ha portato veramente a ridurre o a spingere, a selezionare solo alcuni prodotti vegetali, prodotti OGM in mano ad alcune multinazionali”.
Il fenomeno, oltre la valorizzazione della biodiversità agraria e alimentare per preservare le coltivazioni, gli allevatori e le produzioni alimentari tipiche, interessa anche varietà animali tipiche di alcuni territori del Paese, come la razza bovina varzese, la romagnola, la pezzata rossa, la podolica, la razza suina senese e altre razze proprie, tutto incentrato sulla tutela del Made in Italy.
di Mosè Alise

TAGS:
Non ci sono commenti.