25 Gennaio 2015

Ritrovati numerosi reperti storici trafugati dal valore di 50 mln di euro

In data 21 Gennaio 2014, grazie alle attività investigative del Procuratore Aggiunto Giancarlo, in forza alla Procura della Repubblica di Roma, sono stati resi al patrimonio culturale nazionale una serie di reperti archeologici trafugati per mezzo di scavi clandestini avvenuti nei territori del Sud Italia.

Si tratta di un numero maggiore di 5.000 manufatti di assoluta rarità, ovvero anfore decorate con la rappresentazione del mito di Teseo (dal quale prende, appunto, il nome l’indagine), affreschi, corazze bronzee, statue votive, crateri, trozzelle e vasi plastici, tutti di epoca compresa tra VIII secolo a.C. e III secolo d.C., per un valore superiore ai 50 milioni di euro.

Il bottino si trovava nelle mani del trafficante Pasquale Camera, un soggetto di spicco nell’ambito dei traffici illeciti di opere d’arte con sede in Svizzera e in costante contatto con vari nuclei di tombaroli del Sud Italia.

Le osservazioni hanno portato alla luce l’esistenza di innumerevoli organizzazioni  illecite di compravendita clandestina che P. Camera gestiva, finalizzate a sfuggire ai controlli doganali.

Si deve comunque perpetrare nel monitoraggio e nella vigilanza dei siti soggetti alle razzie dei tombaroli e dei ladri di reperti, piaga che in maggior misura colpisce le Regioni con intensa presenza di siti archeologici, nonché Calabria, Puglia, Sardegna e Sicilia.

di Maria Palillo

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