3 Gennaio 2020

“Oggi è primavera e io non posso vederla” di Marco Solaro

La vista dell’animo per andare oltre le apparenze

Ritrovandosi tra le mani il romanzo di Marco Solaro, “Oggi è primavera e io non posso vederla” (Graus Edizioni), dove è narrata la vita di un uomo cieco, potrebbe apparire tutto scontato, tutto molto semplificato e catalogato nella narrazione di un “non vedente”, ma che tale lo è diventato, che affronta la sua quotidianità sopravvivendo grazie ad elemosine che gli consentono solo di vivere in strada. Un uomo che prima di perdere la vista ha raccolto ogni informazione possibile, ha immagazzinato tutto ciò che gli potesse essere utile per la sua vita successiva. Un uomo che vive ai margini, che attraverso il sogno, una realtà immaginata  irrompe e spezza la routine immersa in una profonda oscurità. Quello che i suoi occhi non gli possono più mostrare lui lo riesce a percepire  attraverso suoni, odori e ricordi assorbiti. Ma non è così. Il romanzo di Solaro rappresenta qualcosa di molto più profondo perché, una volta destato da quel sogno così reale, viene scosso a tal punto da intraprendere un cammino introspettivo con gli stessi personaggi che lo hanno accompagnato durante il sogno iniziando, così, una ricerca di quel qualcosa che la vita gli ha tolto o che, invece, lui si è sempre negato. Il punto di arrivo e di partenza intorno al quale si snocciola gran parte della narrazione è una frase, che dà il titolo al libro, e che un avventore della strada scrive sul cartello del mendicante cieco. Una frase diversa dalle altre, che induce i passanti ad essere molto più generosi del solito perché induce a una riflessione importante: “Ciò che noi vediamo non è così scontato per gli altri, chiunque esso sia”.

Il romanzo scorre velocemente, grazie ad una scrittura agile e snella che apre finestre di reciproca umanità e speranza, spingendo il lettore verso vicoli di curiosità. Dopo aver letto queste pagine di Solaro ci si sentirà diversi, prestando più attenzione anche ai minimi particolari della quotidianità che ci passa davanti e che noi eludiamo con un semplice cambio di passo. I sensi saranno pervasi e raggiunti anche quando non ci troveremo dinanzi ad un piatto caldo o appena sfornato ma, soprattutto, quando volteremo l’angolo della strada e ci imbatteremo nella puzza di piscio o nel profumo di un fiore.

Recensione di Anna Crisci

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