18 Aprile 2023

BORG VS McENROE: RECENSIONE

Più delle sfide fra l’eleganza di Roger Federer e la potenza di Rafa Nadal, fra il servizio di Pete Sampras e la risposta di Andre Agassi, la storia del tennis si ricorda della dicotomia fra Borg e McEnroe. Questo perché quando i due scendevano in campo non davano luogo a un semplice confronto di stili tecnici diversi, ma alla contrapposizione di due elementi: ghiaccio contro fuoco.

Janus Metz Pedersen approfondisce la storica rivalità sportiva nel film “Borg McEnroe, presentato nella Selezione ufficiale della Festa del cinema di Roma, ripercorrendone i momenti salienti ma andando oltre il campo per approfondire il lato umano dei due tennisti.

numerosi flash back sui primi passi da professionista del grande Björn (Gudnason) ci mostrano un atleta immaturo e incapace di mantenere la calma. Il film spiega, attraverso una perfetta delineazione psicologica del personaggio, che Borg non è mai riuscito ad annullare quella parte ansiosa e insicura che ha continuato a strisciare sottopelle, condizionandone la carriera, interrotta a soli ventisei anni.

È per questo che il campione svedese finisce per apparire, nel film, molto simile a John McEnroe (LaBeouf), che invece ha sempre dato libero sfogo alle sue emozioni, vivendo però la frustrazione di considerarsi più interessante per la gente per il caratteraccio che per le imprese in campo.

Quello che spicca in “Born McEnroe”, nonostante la maestria nella realizzazione, è soprattutto l’attenzione per il ritratto psicologico dei personaggi. In questo senso, il frequente utilizzo di primi piani mira a catturare di ogni emozione. L’accuratezza delle descrizioni e lo stile di regia sottolinea la prestazione di Sverrir Gudnason e Shia LaBeouf, davvero degna di nota.

Il film di Janus Metz Pedersen finisce per mettere in discussione tutto quello che dei due miti del tennis abbiamo sempre pensato di sapere. Qui Borg, visto di solito come una macchina apatica, è in realtà profondamente lacerato dalla paura della sconfitta, e dalle incertezze sul futuro. McEnroe, di contro, sembra vivere lo sport senza ossessione.

Un’opera che percorre la strada tracciata da “Rush” di Ron Howard, unendo sport e approfondimento caratteriale. Un film da vedere, amanti del tennis o no.

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