17 Marzo 2020

Cesare Foà: «Il governo non sta rispondendo alle nostre esigenze»

«Abbiamo atteso tutti un decreto che doveva portare grosse novità: così non è stato, il governo sicuramente ha altre priorità a cui deve dare risalto per la nostra vita, ma non aiutare il comparto turistico significa portare l’economia italiana allo sbando totale, considerato che il settore rappresenta il 14% circa del PIL. Il vero problema è rappresentato dal fatto che le aziende turistiche oggi non incassano e quindi c’è un primo problema di liquidità a cui far fronte, e le banche non possono essere attrezzate in questi momenti di guerra per sostenerci. C’è anche da sottolineare che i voucher e gli ammortizzatori sono una buona iniziativa, ma non bastano servono misure più coraggiose come la sospensione dei tributi locali e nazionali per le imprese turistiche e per tutte le partite iva legate a queste attività. Abbiamo fatto degli sforzi disumani per riportare a casa italiani dall’ Estero, con una Farnesina assente per carenza di personale e liquidità. Abbiamo visto l’ annunciato fallimento di compagnie aeree che cancellano i voli all’ultimo istante pur di non rimborsare. Purtroppo la situazione dei viaggi scolastici è esplosiva, con un caos incredibile e aziende prossime al fallimento per la mancanza di aiuti. Potremmo continuare all’infinito, ma diventeremmo noiosi : oggi serve che ciascuno faccia la sua parte, e lo Stato italiano deve intervenire con il Ministro del turismo che ha questi compiti e non altri; non tocca a lui decidere l’apertura di un ospedale o altro, ma deve dare seguito alle istanze delle aziende turistiche. Non a chiacchiere, ma con fatti concreti.

Attendiamo fiduciosi un aiuto concreto, perché a maggio l’ Economia turistica non ripartirà se le compagnie crocieristiche hanno fermato le navi, le compagnie aeree, gli aerei e gli alberghi hanno chiuso le strutture. Avremo agenzie, tour operator, compagnie aeree, alberghi, villaggi, case vacanze, noleggiatori e guide tutti a spasso, senza soldi. Quindi destinati a essere il paese più povero d’Europa. Noi non abbiamo fabbriche, ma abbiamo l’ industria turistica da difendere».

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