27 Gennaio 2015

L’Italia e gli OGM: la nuova direttiva europea spiegata dal sottosegretario Castiglione

La nuova Direttiva approvata dal Parlamento europeo il 13 gennaio scorso, che modifica la Direttiva (CE) n. 18 del 12 marzo 2001 sull’emissione deliberata nell’ambiente di organismi geneticamente modificati, consente a ciascuno Stato membro di limitare o vietare la coltivazione di OGM nel proprio territorio.

Il Sottosegretario al Ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali, On. Giuseppe Castiglione, illustra con chiarezza la nuova Direttiva, dichiarando che “per stabilire limitazioni o divieti di coltivazione, la procedura prevista dalla nuova Direttiva consente allo Stato membro di intervenire in due momenti distinti: in un primo momento, durante la procedura di autorizzazione, lo Stato membro chiede alla Commissione che l’ambito geografico dell’evento transgenico sia adeguato affinché la coltivazione sia limitata o vietata nel proprio territorio nazionale e successivamente al rilascio dell’autorizzazione, lo Stato membro può adottare misure sulla base di motivi relativi a questioni ambientali, di pianificazione territoriale, di uso del territorio, di impatto socio-economico, di obiettivi di politica agricola e di interesse pubblico.

La nuova direttiva offre concrete possibilità di rispondere all’esigenza nazionale di decidere in modo autonomo sulla coltivazione degli OGM, in base alle peculiari caratteristiche del nostro territorio e dei diversi sistemi agroalimentari. Ma le misure volte a evitare possibili contaminazioni involontarie non riguardano gli Stati membri che vietano la coltivazione degli OGM.

Per ciò che concerne l’etichettatura, i Regolamenti (CE) n. 1829 del 2003 e n. 1830 del 2003, che stabiliscono modalità di etichettatura e tracciabilità di alimenti e mangimi geneticamente modificati, non sono stati modificati.

Sulla base di tali disposizioni, la soglia di tolleranza dello 0,9 per cento non risulta modificabile con la normativa nazionale”.

Castiglione ha fatto presente che: “la Direttiva dovrà essere approvata dal Consiglio e poi pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione europea prima di poter essere recepita dagli Stati membri, di conseguenza i tempi di attuazione potrebbero non essere compatibili con l’avvio della imminente stagione di semina. Per tale ragione, sono da tempo in corso i necessari approfondimenti con i Ministeri della salute e dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, anche per rinnovare tempestivamente il divieto di coltivazione del mais Mon810 sull’intero territorio nazionale”.

di Mosè Alise

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